Boavista : forse un po' troppo per essere reale

Boavista- Cabo de Santa MariaChi non ha mai sognato di essere su un'isola deserta sotto una palma con in mano una noce di cocco da cui gustare il prelibato succo?
Non è detto che si tratti di un'utopia. 
Ci sono ancora, per fortuna, isole che sono rimaste intatte, con una natura ancora protagonista della loro realtà e con pochi abitanti che si sono adattati : Boavista è proprio una tra queste.
Una delle isole della Repubblica di Capoverde (che di verde potremmo dire che non ha quasi niente) è davvero quello che tutti cercano : di poco più di 31 km di grandezza a sole 5/6 ore di aereo dall'Italia ,capace di rendere una semplice vacanza da sogno e memorabile.
La popolazione nel luogo è davvero poca,localizzata soprattutto vicino all' aereoporto internazionale a Rabit e al centro principale Sal Rei dove purtroppo il cemento ha preso piede. 
Dobbiamo ammettere che non è proprio un'isola alla Robison Crusoe: il resto del territorio,apparte il centro, è quasi totalmente desertificato, brullo e arido con tanti sassi e poca vegetazione: niente foreste rigogliose e selvagge, niente animali selvatici da cui dover scappare.
Si parla il portoghese e il creolo anche se l'italiano è abbastanza diffuso ed è caratterizzato da una sviluppata cultura etnografica che li porta a festeggiare molte Santità , tra cui Santa Isabella il 4 Luglio, la loro santa patrona; si coltiva il mais in piccola parte, ma la maggior risorsa è sicuramente il pesce che viene pescato in grandi quantità non di certo con i pescherecci ma con piccole barchette simili a canoe.
Piena di vecchie tradizioni, questa isola è protagonista di un intenso turismo : anche se non sono molti i centri vacanza ubicati in questo territorio (circa 4/5), le visite sono numerose e dovute alle tante attrazioni di questo arcipelago: le tartarughe marine, le melodie della Marna e le avventurose escursioni, che si possono effettuare con vari mezzi e con una certa cautela.
Fuoristrada, quad e scooter sono i mezzi disponibili e anche se alla reception del villaggio ve lo potrebbero sconsigliare altamente, è consigliabile provare a uscire "dal guscio" del centro per visitare qualcosa di indimenticabile : consigliando la presenza di un' Aluger ( autisti con auto che rimangono a disposizione anche per tutta la giornata), potrete visitare l'isolotto di Sal Rei , che è di fronte alla omonima cittadina, la chiesa di San Roque, la più antica di Boavista e una fabbrica di ceramica;si consiglia inoltre una suggestiva passeggiata attraverso le zone agricole fino a raggiungere il Morro Negro, il punto più orientale dell'arcipelago e il più vicino al continente africano.
Ricordando i ben 55 km di spiagge da sogno, Boavista può donarci,inoltre, solo pace, sole, ristoranti e tranquillità.
La cucina del luogo si rifà molto alle regioni limitrofe: il cachupa , uno stufato di mais, fagioli, manioca, patata dolce e erbe aromatiche è uno dei piatti più diffusi insieme a la canja de golinha, il pollo in salsa e la zuppa di pesce; visto l'economia del paese abbastanza povera, con pochi euro si può mangiare davvero molto e bene,
Un viaggio all'insegna della semplicità e della bellezza, capace di mostrarci delle bellezze naturali all'altezza delle aspettative e capaci di lasciarci un bel ricordo; il ritorno senza dubbio non sarà dei migliori ma le belle cose, come si sa, durano poco.

Autore: A.V.