Grecia - Alla scoperta delle 'meteore' in Tessaglia

 

Di Laura Tirloni

 

Una commistione tra natura e spiritualità è quello che cercavano i monaci ortodossi quando decisero di stabilirsi a Meteora, nel nord della Grecia, non lontano dalla cittadina di Kalambaka.

 

Sulle tipiche torri naturali di roccia arenaria, emerse circa 60 milioni di anni fa dal delta di un fiume e sospese in aria, i monaci hanno realizzato i loro splendidi monasteri, le "meteore" (ossia “sospese nell'aria”), edificando così il più importante centro della chiesa ortodossa, oggi dichiarato Patrimonio dell'Umanità Unesco.

 

L'attività sismica ha a sua volta aumentato il numero delle linee di faglia, modellando le masse informi in colonne rocciose singole a strapiombo. Occupate dapprima da eremiti e asceti, furono poi abitate dai monaci.

 


Costruite in luoghi pressoché inaccessibili e in condizioni impossibili, senza strade praticabili, le Meteore sono sopravvissute al trascorrere del tempo e oggi, dei complessivi 24 centri, 6 sono ancora funzionanti e a disposizione dei visitatori (Gran Meteora, Agios Stefanos, Agia Triada, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos).

 

Le strade precarie su cui i coraggiosi pellegrini si sono arrampicati per lunghi anni fino a 400 metri, con scale a pioli o con carrucole, simboleggiano "la fragilità di un modo di vivere tradizionale che è a rischio di estinzione" (Unesco)

 

Fino allo scorso secolo i monasteri potevano essere raggiunti solo in questo modo. Ora è possibile accedervi più comodamente, si fa per dire, con scale in muratura o scavate nella roccia. La fatica di guadagnare la vetta è sempre e comunque ripagata, ieri come oggi, da un'impareggiabile atmosfera sacra e mistica, immersa in un panorama naturale unico.

 

 


Autore: Laura Tirloni