Bussana Vecchia e l'utopia di un sogno

 

 

 

Di Laura Tirloni

 

 

Intorno agli anni Sessanta un artista ha messo insieme i pezzi di un paese medioevale distrutto dal terremoto e ne ha fatto la patria di artisti provenienti da tutto il mondo. Per una volta, è la fantasia a prendere il sopravvento sulle macerie!

Il paese in questione è Bussana Vecchia, in provincia di Imperia, nell'entroterra sanremese, uno splendido borgo abbarbicato tra uliveti che salgono dal mare.


La storia inizia il 23 febbraio 1887, con il disastroso
terremoto di Diano Marina, il più forte mai avvenuto in Liguria, che causò danni gravissimi. Poi toccò a Bussana: le case crollarono una a una, così come la chiesa di S. Egidio. Gli abitanti abbandonarono il paese e poco lontano fu costruito un nuovo paese, da zero: Bussana Nuova. Tutto questo fino agli anni '60, quando a Bussana Vecchia giunse un architetto e ceramista piemontese, Mario Giani, in arte Clizia, che se ne innamorò e decise di far rivivere il borgo, facendosi aiutare da altri.

 


Clizia fondò così una
comunità internazionale di artisti con il compito di far battere nuovamente il cuore di Bussana, attraverso l'arte. Il sogno era di riportare alla vita un borgo medievale sospeso nel tempo, in grado, col suo fascino, di ispirare artisti da tutto il mondo.

 

L'impresa ai tempi risultò pressoché un'utopia: il paese si trovava infatti senza impianti di fognature, elettrici, senza acqua potabile e non vi era alcuna chiara idea di chi fossero i proprietari delle rovine.

 

Nonostante ciò, Clizia non si arrese e si mise a lavoro per realizzare il suo sogno, spargendo la voce in tutta Europa. Le regole prevedevano che nessuno dei partecipanti al progetto avrebbe potuto rivendicare mai la proprietà di un edificio ristrutturato, ma avrebbe invece potuto utilizzarlo come laboratorio per produzioni artistiche.

 

Dopo un certo periodo, l'edificio sarebbe tornato alla Comunità, che avrebbe provveduto a una nuova assegnazione. Era allo stesso modo vietato vendere le proprie opere.

Nel 1961 venne così fondata la
Comunità Internazionale degli Artisti, formata da scrittori, musicisti, pittori, grafici e scultori provenienti da mezza Europa.

 

Negli anni ’70 l’impianto fognario, la luce elettrica e l’allacciamento all’acquedotto vennero ristabiliti.


E oggi? Molti artisti hanno lasciato il paese una volta conclusa l’esperienza, qualcuno è ancora lì e altri sono arrivati dopo.

 

Il borgo si presenta ancora oggi come un groviglio di storie e creatività che si dipanano a partire dalle rovine della sua chiesa, anche se l'attuale vocazione di Bussana è ben più turistica di un tempo. Ma l'aria di un sogno si respira ancora e speriamo per sempre.

 

 

 


Autore: Laura Tirloni