Messico: un viaggio nell'anima

Il viaggio nel Messico Classico in cui colori e sapori si uniscono in una miscela destinata a rimanere nell'anima del viaggiatore

di Gabriella Lax - Il viaggio nel Messico classico, da Città del Messico, attraversando Chiapas e Yucatan, offre una varietà di paesaggi e luoghi, discontinui e differenti, ma tutti allo stesso tempo affascinanti. Una miscela destinata a rimanere nell'anima del viaggiatore.

 

Città del Messico. Moderna e all’avanguardia, con i suoi grattacieli, la capitale è una città cosmopolita moderna che poggia sulle vestigia di misteriosi e antichi fasti.

Il museo nazionale di antropologia è una tappa fondamentale per conoscere la storia del paese e delle antiche civiltà che lo hanno animato. La struttura possiede la più straordinaria collezione di reperti e di opere d’arte della civiltà precolombiana. Fiore all’occhiello, nella cosiddetta sala Mexica, è la pietra del Sole azteca, il gigantesco calendario in pietra che pesa 24 tonnellate, una delle opere più fotografate al mondo, insieme alla riproduzione della tomba di Pakal. La collezione del museo è veramente enorme e spazia nella storia di migliaia di anni, converrà decidere quali sono le culture antiche sulle quali concentrarsi. 

In giro per Città del Messico, vicino all’università, c’è piazza delle Tre Culture, luogo religioso e deputato ai sacrifici nell’antichità, sopra al quale fu poi costruita una chiesa, semidistrutta dal terremoto del 1986 e in cui, il 2 ottobre del 1968, la giornalista italiana Oriana Fallaci fu ferita durante gli scontri che portarono alla morte alcuni studenti del movimento in rivolta.

Casa Museo Frida Kalo e Diego Rivera. Nel quartiere degli artisti a Coyoacan, c’è la casa museo di Frida Kalo, il luogo in cui la pittrice messicana visse insieme al marito Diego Rivera. L’ingresso nel patio proietta il visitatore in un altro tempo, in cui amori, tradimenti, politica e arte si uniscono per una storia dolorosa ma avvincente. Quasi sembra di vederla Frida coi sui abiti stravaganti ed unici, aggirarsi per le stanze. Si ha l’impressione di sentire l’eco delle voci. Ci sono ancora gli arredi completi: dalla cucina che porta le decorazioni con i nomi dei due coniugi, fino alle camere per dormire, con il letto con lo specchio di Frida che abbiamo conosciuto nel film sull’artista messicana, c’è persino la sedia a rotelle in cui la sventurata fu costretta a sostare. Presente anche una preziosa collezione di quadri e di foto. 

A proposito di Diego Rivera, sempre a Città del Messico, c’è il Palacio Nacional che ospita i suoi meravigliosi murales. Si tratta di una incredibile panoramica, con tutti personaggi del Messico fino ai suoi tempi, politici e indigeni, sacro e profano insieme. Pennellate che hanno il dono di sintetizzare storia del Messico dall'epoca preispanica all'età moderna.

Basilica de nuestra Senora de Guadalupe. E’ il santuario più venerato del continente americano. Il 12 dicembre tra la vecchia chiesa ed il nuovo santuario (eretto tra il 1974 ed il 1976, che per forma ricorda quello della Madonna delle lacrime di Siracusa) arrivano pellegrini da ogni parte del Paese e del mondo per festeggiare e chiedere la grazia alla Vergine dalla pelle scura. Una leggenda vuole che la Madonna apparve a Juan Diego Cuauhtlatoatzin, uno dei primi indigeni a convertirsi al cristianesimo, lasciando delle rose dal colore che non si era mai visto nel Paese. Le rose, raccolte nel mantello, presentate alle autorità ecclesiali del tempo furono la prova che qualcosa di miracoloso era accaduto. Il mantello di Juan è custodito sul fondo della chiesa, dietro l’altare principale.

 

Teotihuacan Venti chilometri quadrati per uno dei siti archeologici più magici del mondo. Non si sa molto sulle popolazioni che crearono il sito, perché esso venne misteriosamente abbandonato tra il 200 ed il 500 d.C, al massimo del suo splendore. Grandiosi palazzi, statue di serpenti e dipinti murali sono le attrattive uniche che si snodano lungo la cosiddetta Avenida de los Muertos. La piramide del Sole, uno dei monumenti più grandi del Mesoamerica, e quella più piccola della Luna, un monumento funerario reale, ne costituiscono le parti più importanti insieme al tempio di Quetzalcoatl, dedicato al Serpente piumato. Non a caso il sito è stato definito il posto dove “gli uomini diventano dei”. 

 

San Cristobal de Las Casas. Un piccolo gioiello dell’architettura coloniale, incastonato da montagne ricoperte da pinete. E’ il gusto della semplicità che conquista a San Cristobal. Le strade del centro, fatte di acciottolato, attirano turisti da ogni parte del mondo. Ma è la bellezza delle case basse e colorate, dei negozi e dei localini (dal pub al ristorante europeo) insieme agli odori ed ai profumi dei venditori ambulanti, a rendere il posto caratteristico e indimenticabile. La città si trova a 2100 metri sul livello del mare, quindi conviene portare con sé qualche maglione. 

Fuori città, lontano dagli sguardi indiscreti dei turisti, esistono ancora delle piccole comunità zapatiste che vivono di agricoltura e di allevamento del bestiame. Sempre intorno a San Cristobal si trovano villaggi di indigeni maya, i chamula gli antichi abitanti del luogo, i cui costumi si uniscono alla modernità. La religiosità, un misto tra cristianesimo e religione degli avi, è il fulcro della vita in questi villaggi. Straordinarie sono le “chiese”: all’esterno non sembrano essere molto diverse da quelle a cui abitualmente si pensa, all’interno invece lo spettatore resta a bocca aperta di fronte allo spettacolo inusuale: non ci sono banchi, ma statue di santi e santini colorati, migliaia di candele accese e aghi di pino che ricoprono il pavimento. Qui gli abitanti vengono a chiedere le grazie. Sacro e profano mescolati inscindibilmente. Vietato fotografare o riprendere luoghi e rituali, pena salate multe o addirittura il carcere.

 

Palenque il viaggio da San Cristobal fino a Palenque in pullman o in auto vi farà comunque vivere scorci di Messico indimenticabili portandovi fino al Chiapas. Lungo le curve delle verdi strade di montagna ci sono villaggi che mostrano la vita vera: bambini che vanno a scuola sopra a degli improbabili mezzi di trasporto capaci di contenerne anche 8 o 10. Donne dagli abiti colorati impegnate nei lavori di tutti i giorni. Vicino Palenque si trovano le rovine geometriche di templi antichi, completamente immersi nel suggestivo scenario della jungla. Lo spettatore rimane senza fiato alla visione degli antichi monumenti che si spalanca tra il verde. Elegante misterioso quello di Palenque è uno dei siti Maya più accessibili, Da scalare il tempio del Teschio, e poi ci sono il templo del Sol e quello de la Cruz. Oltre il fiume c’è il cosiddetto Palacio usato come luogo di residenza e di culto dalla famiglia reale. Da visitare nei dintorni le cascate di Aqua Azul, dove il fiume si tuffa in una piccola gola tra la vegetazione tropicale. In questo tratto è stata girata una celebre scena del film “Predator”, quella in cui il protagonista esce dalle acque. Nel luogo è anche possibile, con molta cautela, fare il bagno.

Campeche è caratterizzata da mura di cinta, con due fortini, che anticamente la difendevano dagli attacchi dei pirati. Oggi è una splendida cittadina coloniale, con le case colorate. In centro da ammirare lo stile neoclassico della cattedrale dell’Immacolata Concezione. Da visitare il museo della cultura Maya. In prossimità c’è il sito precolombiano di Edznà, con il maestoso Templo de los Cinco Pisos, nell’antichità rivestito di pittura e stucchi.

Chichén Itza, è il sito più intrigante della penisola dello Yucatan. Cento chilometri quadrati di zona archeologica di cui sono visitabili solo circa nove. Le immagini scoperte nel sito smentiscono l’apparente atmosfera di pace che sembra aver accompagnato la storia dei Maya. Tra le strutture presenti, oltre alla piramide
(da qualche anno non ci può più scalare) l’osservatorio a pianta circolare con decorazioni.


Autore: Gabriella Lax