Ciociaria, Anagni: storia e gloria della terra dei papi

Ciociaria: a mezz’ora da Roma per chi è alla ricerca di testimonianze storiche, piatti genuini, ottimi vini e ospitalità di charme.

L'odierna provincia di Frosinone abbraccia l'intera Ciociaria, un tempo compatta e idilliaca Arcadia alle por­te meridionali di Roma, oggi un puzzle di paesaggi e di storie. Frammenti di campagna ordinata, di viti e ulivi, si alternano a squarci di un passato sopravvissuto, fatto di rovi­ne e mura possenti. Duomi, architetture medievali e chiese barocche, ammiccano in ogni angolo, nei borghi arroccati in cima a colline morbide e tondeggianti, custodi di antichi e irrisolti enigmi, di segreti di papi e santi, di miti e leggende misteriose. Anche la Ciociaria, che mantiene viva la sua storia e le sue tradizioni, consegnate ai musei di civiltà con­tadina, apre oggi ai relais e agli agriturismi di qua­lità, riscopre la gastronomia tipica del territorio, premia le cantine d'ec­cellenza e punta sul turismo moderno e di qualità coniugando arte, gastronomia e charme. Il centro storico di Anagni, la città che ha dato i natali a quattro pontefici e che a lungo fu residenza pontificia, ben rappresenta la nuova aspirazione ciociara all'acco­glienza e al turismo slow. Adagiata sopra gli "arcazzi" delle scomparse terme ro­mane, risalenti al IV - II sec. a.C.,  l' Anagni antica si sviluppa in logge, campanili, piazze sobrie e prive di orpelli, mura austere lungo le quali si trovano architetture bizzarre come Casa Barnekow, dal nome dell'eccentrico svedese che vi abitò più di un secolo fa. Il fascino del cuore antico di Anagni, risiede nei profili, nelle geometrie e nei canoni medievali che lo disegnano, conferendogli un volto e un'anima unici: finestre a bifora, cortine merlate, archi e imponenti torri, così come i muri di pietra viva dei negozi e delle botteghe allineati lungo il corso Vittorio Emanuele, sono traboccanti del fascino gotico di cui la città è impregnata. Le case aderiscono le une sulle altre, sostenendosi a vicenda, mentre a tratti si allontanano appena, per permettere a stretti e scoscesi vicoli e a brevi scalinate, di incunearsi e dipanarsi in un dedalo su cui si curvano archi acuti e volte scure. Percorrendo il corso prin­cipale si sfocia nella piazza della cattedrale. I meravigliosi affreschi della cripta dipingono una sorta di Cappella Sistina medievale, incastonata sotto le navate e i possenti lastroni di marmo, in un ermetico intreccio di policromie che raffigurano scene e personaggi biblici e cosmologie platoniche, connubio perfetto tra religione e scienza. Dalla terrazza che sovrasta il portico esterno occhieggia la statua di Bonifacio VIII, il più famoso dei quattro papi nati qui, vittima del memorabile "schiaffo" infertogli dai soldati dello scomunicato re francese Filippo il Bello, ed episodio passato agli annali della storia. Anagni e la Ciociaria hanno saputo conservare il sapore dello stupore autentico e raffinato, riservato al vi­sitatore che, per un giorno o per un fine settima­na, sceglie di spingersi al di fuori dalle consuete rotte del turismo di massa. In poche ore si può idealmente salire dalla curiosa porta a se­sto acuto di Arpino e raggiungere la costruzione poligonale dell'acropoli di Alatri, un ardito incastro geometrico di rampe, architravi, scalinate e monoliti di pietra. Infine ci si può arrampicare sulla via Sabina di Ferentino, che dagli antri del mercato romano raggiunge la chiesa di San­ta Maria Maggiore, prima architettura gotico-cistercense in Italia. Dalla quiete assoluta della Certosa di Insulti, con la spettacolare Far­macia dalla volta rivestita di affreschi settecentesco-pompeiani, in un susseguirsi di curve, si giunge alla vicina Abbazia di Casamari, dove le regole della spiritualità monastica resistono, per ora, all'assedio dei tem­pi. Almeno fino a quan­do anche i turisti slow non si saranno accorti di quanto c'è da vedere e da scoprire ad Anagni e in Ciociaria.

Autore: Nadia F. Poli