Camerino, Marche: scheggia di sole tra le colline

Camerino, città d’arte incastonata tra le colline dell’alto maceratese, è arroccata su di un uno spuntone d’arenaria che s’innalza per settecento metri e da cui si gode una vista meravigliosa sui monti Sibillini e sulle campagne circostanti. Al calar del sole, quando la vallata è ormai buia o appannata fra le nebbie morbide di due fiumi che l’attraversano, il Chienti e il Potenza, Camerino è una scheggia iridescente che brilla alla luce del tramonto che sa esaltarne il profilo un po’ imbronciato di una città irta di mura in equilibrio su precipizi rocciosi, che fu epicentro di un fantastico sistema di oltre cento tra rocche, castelli e torri di guardia. Camerino ha la stessa aria severa di tutti i borghi fortificati. Improvvise e inaspettate, tra strette vicoli e viuzze tortuose, si aprono piazze delimitate da nobili edifici le cui facciate compongono fantastici mosaici di arenaria bionda, mattoni rossi, intonaci rosati, aranciati o colorati d’ocra. Giungendo in Piazza Cavour si entra nel cuore di Camerino, città d’arte. Qui sorgono il Duomo, ricostruito nel 1800 sui resti di una preesistente chiesa romanico-gotica, distrutta dal violento terremoto del 1799 e il Palazzo Arcivescovile, risalente al XVI secolo, che ospita il Museo Diocesano. In Piazza Cavour si trova il Palazzo Ducale, con lo splendido quadriportico quattrocentesco ed il suggestivo balcone che precipita sulle mura dell’antico borgo, offrendo un panorama straordinario sulla vallata e sui Monti Sibillini.
Il Palazzo Ducale, le cui stanze presentano notevoli affreschi, è oggi sede della facoltà di giurisprudenza. Camerino, nonostante sia una piccola città di poche migliaia di abitanti, può vantare infatti una delle Università più antiche di tutta Italia, istituita nel 1336, per volere dei signori Varano.
Proseguendo lungo Corso Vittorio Emanuele II, dopo aver incrociato il Teatro intitolato a Filippo Marchetti, si giunge alla Giudecca, l’antico ghetto ebraico, che conserva immutato l'antico impianto architettonico, caratterizzato da case basse addossate le une sulle altre, dotate di finestre che si affacciano solo all’interno del quartiere.
Camerino vanta pregevoli opere d'arte e d'architettura, che evocano l'affascinante e secolare storia della città. Tra queste, per citarne alcune, la Chiesa di San Filippo, dalle linee barocche e in cui è custodita una pregevole tela del Tiepolo e la Basilica di San Venanzio, in stile tardo-gotico, con i resti del Santo martire patrono della città, San Venanzio, e la Chiesa di Santa Maria in Via, che accoglie un'icona del primo '200 che, secondo la tradizione, sarebbe stata rinvenuta dai crociati a Smirne. Ed ancora, immersa nel verde, si erge la monumentale Rocca Borgesca, iniziata nel 1503 per volere dei Borgia con lo scopo di presidiare il versante sud-ovest della città. La rocca, originariamente separata dal tessuto urbano circostante mediante un ampio fossato, a cui era dunque possibile accedere solo tramite un ponte levatoio, fu completata dalla famiglia dei Varano che la armarono con quarantadue bocche da fuoco. Meritano una visita anche il complesso di San Domenico, la Pinacoteca, il Museo Civico ed il Museo di Scienze Naturali, che ospita, tra le altre, una ricca collezione di uccelli imbalsamati. In maggio Camerino rivive il suo glorioso passato. rivive il suo glorioso passato. Si disputa infatti la Corsa alla Spada e Palio, una suggestiva e scenografica rievocazione storica preceduta da sette giorni di iniziative fra cui mostre, cene tipiche, spettacoli d'ispirazione quattrocentesca che trasformano la città in un antico borgo medievale.

 
" ...la si vede quasi con meraviglia, uscendo dai monti, sul cucuzzolo di un colle, eminente, isolato. Un forestiere che salisse tra la nebbia se la troverebbe davanti come un'apparizione... Il suo profilo lontano esprime un destino di signoria". Ugo Betti

Autore: Nadia F. Poli