Tra i chiostri della Certosa di Pavia

Certosa di PaviaUn enorme parco costituito da riserve di caccia e aree coltivate copriva gli 8 km che separano la Certosa di Pavia dal Castello, abitato dapprima dai Visconti e poi dagli Sforza e oggi inglobato nel centro storico della città pavese. Fondata da Gian Galeazzo Visconti nel 1396 per adempiere a un voto della moglie e realizzata nell’arco di due secoli, la Certosa di Pavia è il monumento più importante dell’arte lombarda a cavallo tra gotico e Rinascimento che avrebbe dovuto ospitare il mausoleo dei Duchi di Milano sotto l’ordine dei Certosini.

La facciata principale rinascimentale spicca come un elemento a sé rispetto allo stile dell’intero edificio, con le vivaci decorazioni che mancano di un comune filo conduttore, ma proprio per questo originali e decorative allo stesso tempo.

Nell’interno, suddiviso da tre maestose navate, l’arte lombarda del 15° e 16° secolo trova la sua massima espressione nelle numerose sculture in marmo, ad esempio il monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, oltre che nelle opere pittoriche, come gli affreschi del Bergognone e la Pala dell’Altare del Perugino. Elementi decorativi multicolori e pietre dure semi preziose ricoprono molti degli altari nelle navate laterali.

L’aspetto più semplice e monastico della Certosa si coglie nel Chiostro Grande, incorniciato da 122 piccoli archi decorati in cotto e marmo progettati per fare da ingresso a 24 celle che dovevano ospitare in origine lo stesso numero di frati, ognuna con un  proprio orto e giardino. Una ruota vicino all’ingresso delle celle permetteva di far passare il cibo ai monaci che qui vivevano in clausura, dedicandosi alle preghiere e al lavoro. 

 La Certosa di Pavia ospita tuttora una piccola comunità cistercense che tra i vari compiti svolge anche quello di organizzare visite al grande complesso religioso e gestire il negozio dove si possono acquistare oggetti sacri, souvenir,  pubblicazioni e prodotti realizzati direttamente dai frati come tisane, miele e liquori.

 


Autore: Luciana Cattaneo