L'Abbazia di San Michele Arcangelo rappresenta il centro religioso e culturale di Procida, costituendo insieme al Castello la principale attrazione di Terra Murata. Questa antica abbazia benedettina domina l'isola dalla sua posizione privilegiata, testimoniando secoli di fede e tradizione spirituale.
Fondata dai monaci benedettini nell'XI secolo, l'abbazia ha attraversato epoche di grande splendore e momenti di difficoltà, rimanendo sempre un punto di riferimento per la comunità procidana. La sua posizione strategica sulla sommità dell'isola non è casuale: da qui i monaci potevano controllare il mare e offrire protezione spirituale e materiale agli abitanti, svolgendo un ruolo cruciale nella vita sociale ed economica dell'isola.
L'abbazia ha origini antichissime e ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli. La struttura attuale riflette l'intervento del Cardinale d'Avalos, che ne ridisegnò l'aspetto architettonico conferendole l'eleganza rinascimentale che ancora oggi la caratterizza.
Nel corso dei secoli, l'abbazia è stata testimone di eventi storici fondamentali per Procida. Durante il periodo aragonese e poi spagnolo, divenne un centro di potere non solo religioso ma anche politico ed economico. Le continue ristrutturazioni hanno stratificato stili architettonici diversi, creando un complesso monumentale unico che racconta la storia dell'isola attraverso le sue pietre e i suoi spazi sacri.
L'abbazia è accessibile attraverso due ingressi principali, ciascuno con le proprie caratteristiche artistiche:
Dal primo ingresso, la Porta del Carmine, i visitatori possono ammirare un prezioso affresco della Madonna del Carmine, opera di grande valore artistico e devozionale che accoglie i fedeli e i visitatori con la sua presenza materna e protettiva.
L'affresco, realizzato nel XVIII secolo da maestranze locali influenzate dalla scuola napoletana, rappresenta la Madonna secondo l'iconografia carmelitana, con il bambin Gesù in braccio e lo scapolare marrone. I colori ancora vividi e la tecnica raffinata testimoniano l'abilità degli artisti dell'epoca e l'importanza che questa devozione rivestiva per la comunità marinara di Procida.
L'altro ingresso conduce alla facciata realizzata dal Cardinale d'Avalos, esempio di architettura rinascimentale che riflette il gusto e il potere della nobiltà del XVI secolo, quando l'abbazia raggiunse il suo massimo splendore.
Il Cardinale Innico d'Avalos, figura di spicco della corte vicereale spagnola, volle imprimere il suo segno distintivo nell'architettura sacra dell'isola. La facciata presenta elementi decorativi tipici del tardo rinascimento meridionale, con un portale in pietra vesuviana finemente lavorata e stemmi nobiliari che ricordano il prestigio della famiglia d'Avalos nel Regno di Napoli.
All'interno dell'abbazia, uno degli elementi più spettacolari è il soffitto a cassettoni in legno del XVII secolo. In questa straordinaria opera di ebanisteria è collocato il dipinto centrale di "San Michele che sconfigge Satana", raffigurazione potente dell'eterna lotta tra il bene e il male, tema centrale della spiritualità cristiana.
Il soffitto rappresenta un capolavoro dell'arte lignea napoletana del Seicento, realizzato da maestri ebanisti che hanno intagliato ogni singolo cassettone con motivi floreali, geometrici e simboli religiosi. Il dipinto centrale, attribuito alla scuola del Solimena, mostra San Michele Arcangelo in armatura dorata mentre trafigge il demonio, circondato da angeli che suonano trombe apocalittiche. L'oro zecchino utilizzato per le rifiniture crea giochi di luce che cambiano durante le diverse ore del giorno, rendendo l'ambiente ancora più suggestivo.
Una delle caratteristiche più affascinanti dell'abbazia sono i suoi sotterranei, che si sviluppano lungo un percorso articolato su tre livelli distinti. Questi ambienti ipogei, caratterizzati da un'atmosfera estremamente suggestiva, conservano tracce della vita monastica passata e creano un'esperienza unica per i visitatori, immergendoli nella storia millenaria del luogo.
Scavati direttamente nella roccia tufacea di origine vulcanica, i sotterranei dell'abbazia servivano originariamente come depositi per le derrate alimentari, cantine per la conservazione del vino e rifugi durante le incursioni piratesche. La temperatura costante di 16 gradi e l'umidità controllata hanno permesso la conservazione di elementi architettonici medievali, affreschi votivi e antiche cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, fondamentali per la sopravvivenza della comunità monastica.
Il complesso sistema di gallerie e stanze sotterranee testimonia l'importanza strategica e religiosa dell'abbazia nel corso dei secoli. Ogni livello racconta una storia diversa, dalle originarie funzioni monastiche alle successive trasformazioni, offrendo uno spaccato unico della vita religiosa dell'isola.
Il primo livello, il più accessibile, ospitava le cantine e i magazzini dove i monaci conservavano olio, grano e vino prodotti nei terreni dell'abbazia. Il secondo livello, più profondo, fungeva da cripta e luogo di sepoltura per i monaci e i benefattori dell'abbazia, con nicchie scavate nelle pareti e altarini per le funzioni commemorative. Il terzo livello, il più antico e misterioso, presenta gallerie che si perdono nella roccia e potrebbero essere collegato a un sistema di comunicazione sotterranea con il castello sovrastante.
L'Abbazia di San Michele Arcangelo non è solo un monumento storico, ma continua ad essere un centro culturale attivo che organizza eventi, concerti e manifestazioni culturali. La sua posizione a Terra Murata, con la vista mozzafiato sul Golfo di Napoli, la rende uno dei luoghi più fotografati e visitati di Procida.
Oggi l'abbazia ospita concerti di musica classica e sacra che sfruttano l'acustica eccezionale della chiesa, mostre d'arte contemporanea che dialogano con l'architettura antica, e conferenze su temi storico-artistici. Durante le festività religiose, in particolare la festa di San Michele Arcangelo del 29 settembre, l'abbazia diventa il cuore pulsante della spiritualità procidana, con processioni, canti tradizionali e riti che si tramandano da secoli, mantenendo viva la tradizione religiosa dell'isola.
La visita all'abbazia offre un'esperienza completa che unisce arte, storia e spiritualità. È consigliabile dedicare tempo sufficiente per apprezzare tutti gli elementi artistici e per esplorare i suggestivi sotterranei, vero tesoro nascosto di questo luogo sacro.
L'abbazia è visitabile tutto l'anno, ma i periodi migliori sono la primavera e l'autunno quando la luce del Mediterraneo esalta i colori degli affreschi e del panorama circostante. Durante la visita è possibile partecipare a visite guidate che illustrano la storia millenaria del complesso, ammirare da vicino i dettagli del soffitto a cassettoni e scendere nei sotterranei accompagnati da guide esperte. Si consiglia di indossare calzature comode per l'esplorazione dei livelli sotterranei e di portare una giacca leggera per le temperature più fresche degli ambienti ipogei.