Gavdos, sulle rotte della Grecia e ai confini dell'Europa

Nonostante il destino della Grecia, fuori o dentro l’Europa della moneta unica resti incerto, sopravvive la grande verità che questo paese continui ad affascinare ed attirare visitatori da tutto il mondo, per la bellezza del suo mare, la storia millenaria e un senso di appartenenza, una sorta di richiamo alle proprie radici che sembra cogliere, in primo luogo, chi arriva dall’Italia.  Il ritorno a una terra ancestrale, dove non ci sono più confini, solo il mare e la storia sempre presente nei resti che il passato ha lasciato disseminati nelle parti più impensate della Grecia, a volte lasciati lì tra i campi dove pascolano le pecore come parte integrante del paesaggio e della vita quotidiana.

Mete e isole ormai visitate da frotte di turisti, ma anche posti selvaggi e più appartati. Uno di questi è l’isola Gavdos. Situata non solo a 70km a sud di Creta, ma anche nel più remoto sud di quell’Europa che oggi sta ponendo così tante sfide alla sopravvivenza della Grecia come paese integrato in una comunità  che Ulisse o Calipso mai avrebbe potuto immaginare. E’ proprio la ninfa Calipso, il personaggio principale legato a Gavdos che si racconta abitasse l’isola. Un’isola così remota che venne utilizzata come località di confino negli anni ’30, dove oggi ci vivono in modo stanziale non più di 100 persone su un lembo di terra lungo solo 9 km e largo meno di 5 km. Un’isola abbandonata al suo destino perfino sotto la dominazione di Venezia e divenuta roccaforte dei pirati. Un luogo ottimale per chi cerca in Grecia una dimensione ai confini del mondo, comunemente inteso.

GAVDOS 2010A Creta, Gavdos è collegata regolarmente con il traghetto nella stagione estiva, ma in inverno le corse si limitano a una sola volta la settimana. Recarsi a Gavdos significa usufruire di poche e basilari soluzioni abitative, fare i conti con l’approvvigionamento d’acqua che si basa sulla generosità delle precipitazioni piovose, in verità scarse, in un ambiente rimasto selvaggio, se non per qualche accenno di nuove costruzioni come a Sarakiniko, la località più frequentata dell’isola che attira per la grande spiaggia. L’utilizzo dell’isola come luogo di deportazione si riscontra proprio qui, con le case abitate in passato dai condannati al confino. Altre spiagge sono presenti sulla piccola isola, spiagge tranquille con le dune e i cedri, le piante più diffuse, che riescono a crescere perfino nella sabbia, oppure spiagge circondate dalle rocce che hanno creato archi naturali come a Capo Tripiti,

GAVDOS 2010Qui non ci si sente solo a sud dell’Europa, ma nel più profondo sud del meridione europeo, perché Tripiti è il punto più estremo nel sud di Gavdos.  Per sentirsi un po’ più a nord, è sufficiente cercare altre spiagge. Ecco Karfos, una piccola baia circondata dal verde e dalle rocce oppure Agios Joannis, classificata come la seconda spiaggia più bella del mondo, con vista su Creta. Accessibile solo in barca,  Potamos è una bella spiaggia sabbiosa dal colore dorato e rossastro. Gavdos è abitata da parecchi scorpioni e questo spiega come mai molte persone spesso non indossino sandali o scarpe molto leggere, ma scarponi e calzature robuste. Così ci si può proteggere dal morso dei piccoli animaletti che , in ogni caso, si dice non sia velenoso. Non sarà di certo questa presenza a scoraggiare chi continua a considerare la Grecia un ambito luogo di vacanza e cerca angoli ancora fuori dal mondo, proprio come l’isola Gavdos.


Autore: Luciana Cattaneo