Sul Monte Pollino, tra rocce, canyon e grandi boschi

Sul confine tra Calabria e Basilicata si estende il gruppo montuoso del Pollino, con vette che superano i 2000 mt da cui, nelle giornate limpide, è visibile il Mar Jonio, il Tirreno e l’Adriatico. Il territorio, che comprende le provincie di Cosenza, Matera e Potenza, si caratterizza per la varietà di ambienti naturali a seconda dell’altitudine e dell’esposizione.

Numerose sono le formazioni calcaree che assumono forme bizzarre come i monoliti di Pietra Campanara nella Valle dell’Argentino, la Pietra Portusata e la Tavola dei Briganti ai piedi della Montea, il Torrione dell’Uomo Lungo a Orsomarso. L’origine carsica delle rocce ha favorito la formazione di grotte, la più famosa, quella di Romito a Papasìdero dove è presente un bassorilievo dell’età Paleolitica.

Tipici sono anche i canyon scavati dall’acqua, ad esempio l’abisso del Bifurto  presso Cerchiara, di 600 mt, uno dei più profondi in Italia. Non meno suggestive e raggiungibili da Civita e San Lorenzo Bellizzi, le gole del Raganello, nella parte centrale del massiccio montuoso del Pollino, si sviluppano su diversi km, con profonde pareti a strapiombo entro cui scorre il torrente Grimàvolo.

Intorno ai 2000 mt di altezza prevale la vegetazione costituita da cespugli, muschi e prati d’alta quota che tra aprile e giugno si coprono di innumerevoli varietà di fiori, primule, anemoni, orchidee selvatiche e viole. Poco più in là, si estendono i boschi di faggio, l’abete bianco, il pino nero e il tasso, seguiti, più in basso, da estese foreste di larici e dalla macchia mediterranea. La pianta più caratteristica del Monte Pollino è il pino loricato, pianta molto robusta ed adattabile che può vivere centinaia di anni.

Le ricche foreste e le pareti calcaree permettono  una buona portata d’acqua ai fiumi che vi scorrono. Tra Laino e Papasìdero  il fiume Lao è percorribile, per i più esperti, in canoa,  con il suggestivo percorso delle Gole Alte. La corrente diventa meno impetuosa più a valle e fino alla foce, permettendo di praticare rafting su grandi gommoni che possono ospitare fino a otto persone, noleggiando l’attrezzatura necessaria e accompagnati da una guida.

Numerosi sono i sentieri su cui è possibile praticare escursionismo e trekking, oltre allo sci di fondo in inverno. Sull’area del Monte Pollino si estende l’omonimo parco nazionale, popolato da alcuni esemplari di lupi, caprioli, lontre, gufo reale, picchio nero, aquila reale e capo vaccaio. Costituito nel 1993, il parco ha come simbolo il pino loricato, specie molto rara che, altrove, sopravvive solo nei paesi Balcani. 

Curiosa l’origine del nome Pollino che significa del Dio Apollo, il Dio della salute, per la varietà di erbe officinali che abbondano nel territorio, che tra l’altro contribuiscono anche alla produzione di formaggi e latticini particolarmente saporiti, come il Paddaccio, a base di latte di pecora e capra, il pecorino e la ricotta infornata. Sempre tra i prodotti tipici, si possono trovare i taralli, il dolce Piccidat, il pane di Cerchiara e il vino moscato di Saracena. Alla produzione di ortaggi e legumi appartengono i rinomati fagioli bianchi e le melanzane rosse di Rotonda, prodotti DOP, oltre ai peperoni di Senise (IGP).

 

 


Autore: Luciana Cattaneo