I tesori di Prato

Un po’ all’ombra e offuscata dallo splendore della vicina Firenze, anche Prato racchiude i suoi tesori. Dagli affreschi di Filippo Lippi, frate mancato che si innamorò di Lucrezia Buti, la sposò e immortalò più volte nei dipinti delle sue Madonne, alle testimonianze etrusche del Parco Archeologico di Artimino.

I primi, gli affreschi di Filippo Lippi,  si ritrovano nel Duomo di Prato e rappresentano una delle più prestigiose opere del Rinascimento. Restaurati di recente, si ripropongono nella loro lucentezza naturale che il Lippi dipinse con una tecnica particolare per renderli ancora più vividi. Immancabile la presenza della bella Lucrezia, ritratta, ad esempio, nelle vesti di Salomè nel Banchetto di Erode. Prato* Duomo

Il Duomo presenta all’esterno i motivi decorativi tipici della Toscana e della città di Prato, costituiti da blocchi di marmo bianco e verde creando un originale effetto geometrico sulla facciata.

Su un angolo della facciata spicca un altro elemento originale, una sorta di balconcino circolare decorato con rilievi del Donatello e provvisto di baldacchino.

Anche presso il Palazzo dei Priori sono conservati affreschi del 14° secolo oltre all’ampia collezione della Quadreria. Sulla stessa piazza, quella del Comune, si affaccia Palazzo Pretorio, uno tra gli edifici tardo medievali e  rinascimentali più belli dell’Italia centrale.

Le torri quadrate, poste agli angoli delle possenti mura merlate custodiscono, invece, un gioiello architettonico unico nel suo genere, se non altro per essere il solo edificio difensivo nell’Italia settentrionale voluto da Federico II di Svevia.

L’imperatore, infatti, era solito realizzare fortezze e castelli nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia. Oggi, nei suoi interni che Federico II non potè vedere ultimati a causa della sua precedente scomparsa, vengono allestite diverse mostre.

PRATO_CASTELLO DELL' IMPERATORE-EMPEROR CASTLE 058Uscendo da Prato e dirigendosi verso le belle colline toscane, ci si può ritrovare in un’importante area archeologica, non solo dellaToscana, ma anche di tutta Italia.

Si tratta della necropoli etrusca di Prato Rosello, dove sono stati ritrovati preziosi corredi funebri in avorio e altri oggetti, successivamente esposti nel vicino Museo Archeologico di Artimino, nel comune di Carmignano. Anche quest’ultimo conserva un suo piccolo grande tesoro, seppur di altro genere, ma annoverato tra i più antichi d’Italia. E’ il vino rosso Carmignano DOCG, prodotto fin dai tempi degli Etruschi e poi dai Romani, dai Franchi e dalla dinastia dei Medici. Si abbina ottimamente con carni rosse, alla griglia e cacciagione. La sua produzione molto limitata non può che accrescerne il valore, rendendolo un piccolo gioiello di arte vinicola, da apprezzare recandosi a Prato e nei dintorni.

 


Autore: Luciana Cattaneo