L ' arcipelago delle Azzorre, a meta' strada tra l ' Europa e New York

Nel mezzo dell’Oceano Atlantico, lontano 1.400  km dalle coste del Portogallo e circa 3.000 km dalla costa nordamericana, si estende l’arcipelago delle Azzorre, ultimo baluardo europeo prima del continente americano. Isole di origine vulcanica, le Azzorre si trovano a cavallo della placca americana, euroasiatica ed africana e le tracce delle sue origini sono visibili ovunque, con le numerose grotte, le caldere e i crateri vulcanici trasformati in laghi sparsi quà e là nelle varie isole. L’antico passato geologico ha lasciato un’eredità paesaggistica incantevole e di grande effetto, conferendo ad ognuna delle nove isole che formano l’arcipelago caratteristiche particolari accomunate tuttavia dal verde intenso della natura incontaminata sullo sfondo del blu profondo del mare.

Le Azzorre si dividono in una parte orientale, a cui appartengono S. Miguel, Santa Maria e le isole Formica, una parte centrale, con Terceira, Graciosa, S. Jorge, Pico e Faial. Infine, la parte orientale che comprende Flores e Corvo. La storia delle Azzorre inizia quando i Portoghesi, alla metà del 1400, lasciarono alcuni schiavi africani su S. Miguel. Successivamente si insediarono abitanti provenienti dalle provincie portoghesi, ma di origini e tipologie diverse, tra cui francesi, inglesi, scozzesi, tedeschi e italiani, nonché altri schiavi africani, prigionieri di origini arabe, piccoli criminali, soldati e commercianti di zucchero. Sulle isole di Terceira, Pico, Faial, S. Jorge e Flores si stanziarono i Fiamminghi, tanto che fu dato alle Azzorre il soprannome di “isole fiamminghe”.

Per quasi un secolo, tra la fine del 1500 e la prima metà del 1600, conobbero il dominio spagnolo e, più tardi, furono coinvolte nella guerra civile portoghese (1828-1834). Anche durante la seconda guerra mondiale le Azzorre ebbero un loro ruolo, offrendo i loro territori per le basi militari alleate. Per sfuggire alle povere condizioni economiche dei decenni passati, le Azzorre hanno conosciuto una forte emigrazione, soprattutto verso il continente americano, la California, il Brasile e il Canada. Nel 1976 l’arcipelago divenne Regione autonoma del Portogallo, costituita da cinque città principali: Ponta Delgada e Ribeira Grande a S.Miguel, Angra do Heroismo e Praia da Vitoria a Terceira e Horta sull’isola di Fail.

Tra tutte le isole, la più grande e turistica è St. Miguel, conosciuta come “l’isola verde” per le dolci colline e le pianure verdi, alternate a laghi, montagne e spiagge sabbiose. Raggiungibile per mezzo di comodi sentieri, si può arrivare al Lago del Fuoco oppure al Lago Furnas, dove è usanza cuocere i cibi direttamente con il calore della terra, mentre nel lago del Parco Terra Nostra ci si può concedere un piacevole bagno nelle acque termali.  La seconda isola per numero di abitanti è Terceira, la cui città Angra do Heroismo fu ricostruita dopo il forte terremoto del 1980 ed il centro storico è stato riconosciuto Patrimonio Unesco. Lo stupendo panorama offerto dall’isola si può ammirare salendo sul Monte Brasil.

Tra le isole meno abitate, quella di Pico racchiude la montagna più alta del Portogallo ed è la più adatta per chi cerca lo stretto contatto con la natura incontaminata e ama camminare o esplorare le numerose grotte presenti.  Graciosa è particolarmente conosciuta per i suoi vigneti, alternati ai campi di grano. Abbellita da una serie di piccoli isolotti, è anche chiamata “isola bianca” per via di alcune località contraddistinte dal bianco ad esempio “ Terra Bianca” e “Montagna Bianca”. A S. Jorge, il paese di Manadas offre un paesaggio da cartolina con le sue belle case di campagna circondate dagli orti e dai campi coltivati, mentre a Faial le case sono dipinte con diverse sfumature di blu, tanto da dare all’isola l’appellativo di “isola blu”. Da Pontas dos Capilinhos si possono vedere le conseguenze della forte eruzione vulcanica del 1957 che stravolse il paesaggio. L’isola di Flores offre paesaggi incantati con le profonde valli e i laghi circondati da ortensie che fanno anche da recinti naturali ai campi. Corvo, con soli 400 abitanti, è l’isola più piccola delle Azzorre, ma vanta una vasta produzione artigianale, soprattutto di cappelli in lana.

Gli sport più praticati alle Azzorre, oltre al trekking, sono l’esplorazione subacquea, in modo particolare a S.Miguel, Terceira e Faial che dispongono di attrezzature mirate, dove tra l’altro è possibile praticare anche il tennis e il golf. Molto diffusi sono il surf, la vela e la pesca, sia dalle rocce che al largo, con numerosi tipi di pesce, tra cui tonni e pescespada, ma dove è presente anche lo squalo. A Ponta Delgada e Horta sono disponibili barche attrezzate per la pesca al largo e l’Oceano Atlantico ha molto da offrire, essendo molto pescoso.

Così come i paesaggi delle Azzorre variano, anche le condizioni climatiche possono cambiare improvvisamente, rendendo comunque piacevoli le temperature che in media oscillano tra 16° e 24°. Considerando che la maggior parte dei turisti si reca alle Azzorre, dopo aver visitato il Portogallo è utile sapere che non esistono collegamenti diretti via mare dal Portogallo e che l’arcipelago è raggiungibile solo per via aerea. I collegamenti marittimi avvengono solo tra le isole della parte centrale, mentre tutte le isole sono collegate da una compagnia aerea  locale. Sulle isole principali è possibile noleggiare un’auto o utilizzare taxi e bus. La cultura azzorriana è fortemente impregnata di contenuti religiosi, che spesso coniugano il sacro e il profano, dovuti alle varie immigrazioni, le caratteristiche territoriali e le politiche che si sono avvicendate nel corso dei secoli. Numerosissime sono le feste che hanno luogo nel corso dell’anno e si svolgono in tutte le isole, ad esempio la festa della Spirito Santo e il Carnevale.

 


Autore: Luciana Cattaneo