Cascate delle Marmore: ingegno e natura

Lo scorso primo maggio, come ogni anno, c’è stata la solita disputa con gli amici del mio gruppo su dove andare a fare la tipica “gitarella fuori porta”. Dopo varie proposte abbiamo deciso: ci siamo avviati di buon ora (anche per evitare di attendere ore nelle code all’uscita dalla Capitale!) in direzione dell’Umbria, in Provincia di Terni (lungo la strada statale “Valnerina”) e precisamente verso la cascata artificiale più suggestiva che abbia mai visto, quella delle Marmore.
Considerato che era prevedibile il formarsi di fila alla biglietteria (in occasione del ponte della festa dei lavoratori e del clima invitante) e che mia sorella era infortunata alla gamba, ho seguito il consiglio di una mia amica: iniziare il percorso dal Belvedere Superiore. E’ una soluzione che forse toglie qualcosa al gusto di essere premiati dalla vista della cascata più alta e maestosa dopo aver faticato in un percorso piuttosto lungo in salita, ma consiglierei tale scelta a chi ha bambini o semplicemente vuole evitare la coda o la stanchezza. La prima immagine che ci si è parata davanti, dunque, è stata quella di un’imponente massa d’acqua che, gettandosi da un salto di oltre centosessanta metri, raggiunge l’alveo del fiume Nera.
La sensazione più impressionante l’ho avuta dalla “casetta” in muratura antica situata a poche decine di metri dall’ingresso del Belvedere Superiore; sono rimasta incantata dal potente fragore dell’acqua che, nell’incontrare l’aria, pare fondersi con essa in un abbraccio; e da quell’abbraccio vigoroso nascono, come per magia, giochi di luce che creano arcobaleni fantastici e nuvole di vapore acqueo, che si sviluppano lungo tutta la seconda parte del “tuffo” principale. A chiunque vada a visitare questo spettacolare angolo dell’Umbria consiglio di provare a vivere una sensazione intensa semplicemente giocando con la fantasia: puntate il vostro sguardo sulla cima dell’altura da cui sgorga l’acqua, subito prima del balzo; concentratevi su una piccola quantità di acqua, fingendo per un attimo di essere una gocciolina impaurita che, tutt’un tratto, si trova a gettarsi nel vuoto. Seguendo con lo sguardo tutto lo “spericolato” percorso “fino al piano zero” a me è venuto un brivido lungo la schiena e una piacevole sensazione quasi di vertigine. Ha provato anche mia sorella e mi ha detto che anche lei ha avuto per un attimo un divertente “tuffo” (gioco di parole!) al cuore.
Sia le cascate che gran parte dell’ambientazione tutt’intorno sembrano naturali. In realtà sono consapevole che le cascate delle Marmore sono state volute un paio di secoli prima di Cristo dal console Curio Dentato, per evitare che si formassero delle paludi stagnanti lungo il fiume Velino. La portata dell’acqua, infatti, diminuisce nettamente fino a creare delle vere e proprie “secche” in determinate fasce orarie (che variano a seconda della stagione e della giornata festiva o f...

Autore: capitale  - Viaggio del 05/2008


















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