Andalusia

e della sierra ancora innevate, sembra di essere su una terrazza, la gente si accalca per fare foto (anche noi), ci sediamo sul muretto e prendiamo una spremuta di frutta al chiosco, poi andiamo alla Plaza Larga, naturalmente passando per le caratteristiche vie del quartiere, arriviamo quindi alla chiesa San Salvador,la visitiamo con il suo bel chiostro, quindi alla Plaza San Miguel Bajo, con la bella chiesa bianca, dove ci sediamo in bar all’aperto.
Troviamo quindi una fermata del bus 31, che ci riporta davanti all’albergo.
Alla sera intorno alle 21.30 al solito ristorante Lago di Como, con il menu che avevamo ordinato, ma ci siamo concessi anche una pizza e spaghetti.
Aprile 3: l’Alhambra.
Eravamo prenotati (da 3 mesi) nell’intervallo 9-9,30, prendiamo le solite audioguide, e iniziamo la visita, seguendole abbastanza fedelmente, penso che illustrare questo monumento sarebbe troppo lungo, a mio parere è il più celebre e noto monumento di Spagna, mi limiterò quindi a narrare le mie impressioni su alcune sale dei palazzi nasridi, considerando che tutti coloro che vanno a Granada molto si soffermano su questa opera d’arte.
L’Alhambra è il solo palazzo del mondo arabo medioevale rimasto quasi intatto.
Devo far rilevare che l’Alhambra era una vera e propria città, non soltanto un palazzo del sultano.
Iniziamo con la sala e il Patio del Mexuar, con le sue quattro colonne con ricchi capitelli e azulejos dai motivi geometrici, poi andiamo al Patio de los Arraynes con al centro una vasca lunga 33 metri nel quale si riflettono i palazzi che la attorniano, mi è difficile rendere l’idea di queste magnificenze, visitando questa e le altre sale e patio ci troviamo davanti a capolavori di un’arte grandiosa e originale, piena di significati simbolici, infatti, le pareti delle sale sono finemente ornate di arabeschi e stucchi, le artistiche scritte in arabo sulle pareti, sono versi di poemi e del Corano, ammiriamo la splendida cupola di cedro con intarsi, con riferimenti al corano (Salon de los Embajadores), artistiche finestre che guardano verso l’Albaicin, magnifici archi sostenuti da eleganti colonne, e poi fontane in marmo che portano l’acqua nelle varie stanze attraverso artistici canali scavati nei pavimenti, che rappresentano la cultura dell’acqua, profondamente radicata nella cultura araba (l’acqua per i mussulmani rappresenta la purezza), l’unico rimpianto è per il Patio de Los Leones, infatti, i leoni non c’erano, perché in restauro, mi avevano detto che erano stati sostituiti con copie, ma non era vero, peraltro anche la fontana era circondata da un’impalcatura e si vedeva solo parzialmente, visitiamo il resto del monumento poi il museo, poi l’Alcazaba (la parte militare) e la Generalife (giardini), luogo di svago del sultani, peraltro oggetto di molti ristrutturazioni. Mi è piaciuto molto il Patio de la Acequia con il suo artistico portico moresco.
Verso ...

Autore: ferny forner  - Viaggio del 04/2008


















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